GRUPPO DE CAPOEIRA
SOLUNA
Fondato a Roma nel 1995 da
Osvaldo Henrique Pereira da Silva
(Mestre Pudim)
STORIA DEL GRUPPO
Il gruppo Soluna è uno dei primi gruppi di capoeira in Italia ed oggi può vantare il primato nazionale sia in termini di numerosità che di insegnanti, formati direttamente da Mestre Pudim, che diffondono l’arte della Capoeira nella Capitale e non solo.
Oggi il gruppo è responsabile dell’organizzazione di due dei più grandi eventi di capoeira in Italia, che si tengono ogni anno il primo fine settimana di giugno e l’ultimo di novembre e vedono la partecipazione di numerosi maestri ospiti provenienti dall’Italia, dall’Europa e dal Brasile.
Grazie allo sforzo dei numerosi insegnanti, anche italiani, del gruppo, la scuola di capoeira Soluna oggi vanta una diffusione capillare sul territorio della città di Roma, oltreché sedi distaccate in Emilia-Romagna e persino in Olanda.
L’approccio all’insegnamento della capoeira, nel gruppo Soluna, riflette in primis la formazione accademica di Mestre Pudim, laureato in Educazione Fisica presso l’Università Federale di Santa Maria (RS). L’idea di base è che la pratica della capoeira debba poter essere svolta da tutti, a prescindere dall’età e dal sesso, nel rispetto delle specificità individuali e delle caratteristiche fisiche di ciascun allievo. A tal fine è molto importante un’adeguata preparazione fisica, atta a preparare efficacemente il corpo e a preservarlo da eventuali traumi, nell’ottica di poter garantire una pratica costante e duratura nel tempo.
Non va tuttavia dimenticato che la capoeira, oltre ad essere arte marziale ed attività fisica, deve essere anche divertimento, socializzazione ed integrazione, ed è per questo che nell’insegnamento viene dato ampio spazio alla pratica musicale, al canto, all’espressività e alla capacità di comunicare e stare in relazione con tutti.
Proprio alla luce di ciò, il gruppo Soluna ritiene molto importante lavorare con la capoeira anche sulla fascia dei bambini in età scolare e sui ragazzi della fascia preadolescenziale ed adolescenziale, consentendo, attraverso il gioco, attività principale di ogni bambino, di sviluppare in lui autostima, disciplina e capacità relazionali.
LA CAPOEIRA
CHE COS’É LA CAPOEIRA
Non è facile rispondere a questa come a molte altre domande fondamentali sulla storia della capoeira, sia per la complessità e la varietà di aspetti della capoeira stessa, sia per la mancanza di fonti storiche scritte e la scarsa attendibilità delle tradizioni orali. Si può tentare di definire la capoeira come una forma d’arte afro-brasiliana che comprende molte cose: movimenti fisici, musica, canto, danza, lotta, elementi rituali e perfino filosofici, religiosi e politici. Chi pratica la capoeira può chiamarsi capoeirista o anche, a sua volta, capoeira.
IL SIGNIFICATO DELLA PAROLA CAPOEIRA
Sull’etimologia della parola capoeira esistono teorie disparate, ma due sono quelle oggi considerate più attendibili. Secondo la prima, il termine capoeira indicherebbe un tipo di vegetazione bassa presente in Brasile nelle zone dove si riunivano gli schiavi neri fuggiti dalle piantagioni, per addestrarsi a lottare contro chi tentava di catturarli.
La seconda teoria vuole che la parola capoeira si riferisca alle ceste piene di pollame portate sulla testa dagli schiaviper essere vendute nei mercati: l’arte della capoeira sarebbe nata come passatempo degli schiavi in questi mercati.
ORIGINI DELLA CAPOEIRA: AFRICA O BRASILE
La capoeira nasce come forma espressiva utilizzata dagli schiavi neri in Brasile, ma poiché gli schiavi provenivano dall’Africa, è evidente che vi abbiano immesso molti elementi tipici della propria cultura di origine (o meglio delle proprie culture, perché gli schiavi provenivano da numerose nazioni africane, tra loro profondamente diverse).
Tuttavia in Africa non esiste oggi – né ci sono testimonianze che esistesse in passato – niente che possa essere direttamente riconducibile alla capoeira, la quale perciò è nata con molta probabilità in Brasile.
Né africana né brasiliana, dunque, ma un ibrido afro-brasiliano.
LOTTA O DANZA
Una tradizione orale molto diffusa afferma che la capoeira è nata come una forma di lotta degli schiavi negri, che si presenterebbe sotto le vesti mascherate di una danza per ingannare i padroni bianchi che ne proibivano la pratica.
In modo simile viene spiegato l’uso prevalente dei piedi rispetto a quello delle mani: queste ultime, infatti, sarebbero state incatenate. Oggi queste idee tradizionali sono state contestate da numerosi studiosi, ma non è stata ancora data una spiegazione soddisfacente sulla compresenza della lotta e della musica (e quindi della danza). Ancora oggi nella capoeira questi due elementi sono strettamente compenetrati.
IL DOMINIO PORTOGHESE E LA SCHIAVITÙ: SENZALAS E QUILOMBOS
Il 1500 è la data di inizio della dominazione coloniale portoghese in Brasile, che durerà fino al 1822. In principio l’economia brasiliana è basata quasi esclusivamente sulle piantagioni di canna da zucchero. Non avendo abbastanza manodopera, i portoghesi cominciano a importare in maniera sempre più massiccia schiavi neri dall’Africa: dal 1500 al 1888 quasi quattro milioni di africani attraversano a forza l’Atlantico per stabilirsi in Brasile, dove sono costretti a lavorare in condizioni disumane.
L’alloggiamento degli schiavi nelle piantagioni si chiama senzala: alcune volte è costituito da un grande edificio, altre volte da misere capanne. Quando gli schiavi riescono a fuggire dalle piantagioni, si installano in luoghi nascosti nelle foreste, formando comunità che si chiamano quilombos. Secondo alcuni, l’origine della capoeira sarebbe nella formazione di guerrieri per difendere queste comunità dagli assalti dei capitães de mato, i cacciatori di schiavi fuggiti (spesso sono negri liberati e stipendiati dai bianchi).
ZUMBÌ E IL QUILOMBO DI PALMARES
Il più famoso dei quilombos è, nel XVII secolo, quello di Palmares, capeggiato dapprima dal re Ganga Zumba, poi da suo nipote Zumbí. Bersaglio di non meno di 24 spedizioni punitive, riesce a resistere per più di sessant’anni nelle regioni interne dell’Alagoas, prima di essere sterminato dal capitão de mato Dias Velho in seguito a una vera e propria guerra conclusasi con un assalto al cannone nel 1695.
Oggi Zumbi è considerato il simbolo per eccellenza della cultura negra in Brasile, e quindi anche uno dei principali “eroi” della capoeira. Secondo una prima versione, si gettò dall’alto di una rupe piuttosto che consegnarsi ai nemici. Secondo un’altra versione venne ucciso a tradimento e poi gli venne mozzata la testa, che fu esposta nella pubblica piazza a Recife, per dissacrare la sua figura divenuta quasi immortale.
LA PRINCIPESSA ISABELLA E L’ABOLIZIONE DELLA SCHIAVITÙ
Nel 1822 il Brasile ottiene l’indipendenza dal Portogallo e diventa un impero, ma la schiavitù resta ancora in vigore fino a quando, nel 1871, la Principessa Isabella, figlia dell’imperatore Pietro II e allora reggente in suo nome, è indotta dal parlamento a decretare l’emancipazione dei nascituri figli degli schiavi. Successivamente, fra il 1885 e il 1888, la schiavitù viene definitivamente abolita. L’anno successivo (1889) un colpo di stato militare segna la fine dell’Impero e instaura la repubblica. Per questo motivo i neri brasiliani – e quindi anche i capoeiristi – erano allora in grande maggioranza molto devoti alla principessa Isabella, che li aveva “liberati”, e antirepubblicani. Infatti negli ultimi anni dell’Impero viene creata dai monarchici la Guarda Negra, composta da ex schiavi neri e mulatti, allo scopo di combattere i repubblicani.
IL PERIODO DELLA MARGINALIDADE
Sin dall’inizio la capoeira, come attestano le più antiche fonti sia orali sia scritte, viene considerata dalla classe dirigente un’attività sospetta e ai limiti della legalità.
I primi rapporti della polizia che si riferiscono alla capoeira, non a caso chiamata anche vadiação (cioè vagabondaggio, indolenza) o malandragem (cioè astuzia tipica dei furfanti di strada), la considerano sempre associata ad attività criminali o comunque elemento di disturbo per l’ordine stabilito. E’ soprattutto però dopo la proclamazione della repubblica che i capoeiristi conoscono la più severa repressione: l’articolo 402 del codice penale repubblicano, istituito nel 1890, proibisce “la pratica nelle strade o nelle pubbliche piazze dell’esercizio di agilità e destrezza fisica conosciuto col nome di capoeiragem“, con pene dai due ai sei mesi di prigione. Del resto in quel periodo gli ex schiavi hanno ben poche possibilità di trovare una soddisfacente collocazione nella società e sono perciò costretti a vivere nell’emarginazione: in questo contesto non è strano che anche la capoeira possa venire utilizzata per attività criminali.
IL PIÙ FAMOSO DEI MALANDROS: BESOURO PRETO
Durante questo periodo di repressione della capoeira di strada, tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900, si ricordano figure quasi leggendarie di grandi capoeiristi, come Pedro Porreta, Chico Três Pedaços e soprattutto Manoel Henrique, conosciuto con i soprannomi di Besouro Preto (‘Scarabeo Nero’), Besouro Mangangá (‘Scarabeo Gigante’) o Besouro Cordão de Ouro(‘Scarabeo Corda d’Oro’). Proveniente da Santo Amaro, è un capoeirista talmente eccellente che si pensava fosse un lottatore invincibile, dotato di corpo fechado, cioè di un corpo invulnerabile perfino ai proiettili, ma verrà ucciso a tradimento all’età di 27 anni da un assassino prezzolato a Maracangalha, per mezzo di uno speciale coltello fatto di ticum (o tucum), un materiale molto resistente ricavato da un tipo di palma, capace di penetrare nel suo corpo fechado. Il nome di Besouro Preto è ancora oggi uno dei più ricorrenti nelle canzoni di capoeira.
MESTRE BIMBA E LA CAPOEIRA REGIONAL
La svolta forse più decisiva nella storia della capoeira avviene negli anni del regime di Getulio Vargas (1930-45) per iniziativa del leggendario Mestre Bimba, soprannome di Manuel dos Reis Machado (1899-1974), che compie il primo passo per trasformare quell’attività considerata fuori legge in una forma d’arte liberamente praticata e legalmente riconosciuta.
Profondamente radicato nella cultura dei suoi antenati oltre che un importante esponente della religione afro-brasiliana delcandomblé, non è solo un capoeirista di straordinario valore, ma è il primo ad introdurre un metodo d’insegnamento sistematico della capoeira (ancora oggi sono celebri la sua seqüência e i movimenti di cintura desprezada).
Per dimostrare la validità del suo metodo sfida in pubblici combattimenti altri capoeiristi ed esponenti di altre arti marziali e li vince tutti, ottenendo così una straordinaria popolarità. Nel 1932 fonda a Salvador di Bahia la prima academia (scuola) di capoeira, il “Centro de Cultura Física Regional” (così chiamato per evitare riferimenti diretti alla capoeira, la cui pratica restava ancora proibita per legge), che nel 1937 sarà ufficialmente riconosciuta dalle autorità del Brasile, aprendo così la strada verso una maggiore tolleranza nei confronti delle espressioni culturali afro-brasiliane.
Il tipo di capoeira che Mestre Bimba insegna per quasi 60 anni, e che dal nome della sua scuola è nota come capoeira Regional, si caratterizza soprattutto per il grande rilievo dato alla prestanza atletica e all’aspetto di arte marziale. Mestre Bimba inoltre è il primo a definire l’insieme strumentale per la musica (in origine un solo berimbau e due pandeiros) e a stabilire i principali toques o ritmi musicali (soprattutto il São Bento grande, il benguela e lo iuna) utilizzati per i diversi tipi di jogos.
MESTRE PASTINHA E LA CAPOEIRA ANGOLA
Spinti dall’esempio di Mestre Bimba, numerosi altri capoeiristi – da ricordare almeno Waldemar, Caiçara, Canjiquinha, Cobrinha Verde, Leopoldinha – cercano di organizzare la pratica e l’insegnamento della capoeira. In particolare Vicente Joaquim Ferreira Pastinha (1889-1980), poi noto semplicemente come Mestre Pastinha, figlio di uno spagnolo e di una nera brasiliana, si assume il compito di ottenere il riconoscimento ufficiale della capoeira, sottolineandone il valore non solo di attività fisica, ma soprattutto culturale e storico.
Grazie alla sua caparbietà e alla sua incessante attività di mobilitazione di influenze politiche, nel 1952 riuscirà ad ottenere il riconoscimento ufficiale del “Centro di Capoeira Angola”, da lui fondato a Salvador di Bahia fin dal 1941.
La capoeira Angola insegnata da Mestre Pastinha si differenzia dalla capoeira Regional di Mestre Bimba anzitutto per il maggiore riferimento ai “valori tradizionali” legati alle origini africane: l’aspetto del combattimento viene messo in secondo piano rispetto alla ritualità, alla teatralità, al complesso gioco delle strategie e delle tattiche, e al semplice divertimento.
NUOVI SVILUPPI DELLA CAPOEIRA
Le due diverse metodologie di Mestre Bimba (capoeira Regional) e di Mestre Pastinha (capoeira Angola) portano alla creazione, soprattutto a partire dagli anni ’60, di nuove scuole di capoeira, alcune delle quali hanno cercato di mantenere le caratteristiche originali dell’insegnamento dei due grandi mestres, mentre altre hanno sviluppato proprie caratteristiche e stili.
In generale si può dire che le scuole di capoeira Regional (forse quelle che hanno avuto maggiore successo e seguito) continuano a privilegiare gli aspetti atletici e marziali della capoeira, apportando però numerose modifiche all’insegnamento originario di Bimba e inserendovi elementi provenienti da altre arti marziali e dalla stessa capoeira Angola (soprattutto per iniziativa del gruppo Senzala di Rio di Janeiro, che ha fra i suoi maggiori esponenti i mestres Camisa e Preguiça), fino ad affermare, in alcuni casi (a partire dai mestres Camisa Rôxa e Suassuna), che Regional e Angola sono solo due aspetti diversi del medesimo oggetto, appunto la capoeira, e che un buon capoeirista dovrebbe essere in grado di praticare entrambi gli stili di gioco.
Invece le scuole di capoeira Angola (fra i mestres più famosi si ricordano João Grande, João Pequeno e Moraes) tendono in generale a sottolineare e ad evidenziare la loro “diversità” dalla capoeira Regional, a considerarsi gli unici veri eredi della capoeira tradizionale ed anche, in molti casi, a metterne in primo piano il significato politico secondo una prospettiva afro-centrica.
LA CAPOEIRA OGGI
Negli ultimi decenni la capoeira in Brasile ha conosciuto un vero e proprio boom: le academías si sono moltiplicate, i praticanti sono sempre più numerosi, la capoeira viene insegnata anche nelle scuole e, soprattutto, comincia gradualmente a venire meno la tradizionale diffidenza nei confronti della capoeira da parte delle autorità ufficiali del Brasile, che ormai tendono a riconoscerla e ad accettarla come parte integrante della cultura brasiliana. La capoeira si diffonde anche fuori dal Brasile, all’inizio soprattutto negli Stati Uniti e nell’Europa del Nord (Germania, Paesi Bassi ecc.), poi anche in altri paesi occidentali, tra cui l’Italia. Sono stati fatti numerosi tentativi, in Brasile e anche a livello internazionale, per cercare di dare un’organizzazione unitaria all’attuale realtà della capoeira, ormai sempre più ampia, frastagliata e complessa, ad esempio creando una confederazione o un sistema di graduazioni che fossero riconosciute da tutti i capoeiristi.
Per ora questi sforzi sono risultati vani, sia per l’impossibilità di trovare un accordo tra le diverse opinioni e punti di vista, sia perché, a giudizio di molti, è l’essenza stessa della capoeira – fatta di creatività, di fantasia, d’improvvisazione – a renderla insofferente alle norme, alle prescrizioni, alle regole codificate.
Ancora oggi perciò ogni gruppo di capoeira agisce ed opera secondo norme e criteri propri, spesso non riconosciuti da altri gruppi, ed ogni incontro tra gruppi diversi, anche se può generare qualche incomprensione, si trasforma in un’occasione di arricchimento reciproco e in un tentativo di definire gli elementi per un linguaggio comune.
GRADUAZIONI
“Essere un graduato nel GRUPO SOLUNA non vuol dire solo essere bravo a “jogar” Capoeira, vuol dire una cosa molto più importante: condividere, rispettare e principalmente credere in una grande strada INTRAPRESA e che non finisce mai. Essere un graduato vuol dire porsi ancor di più in discussione, non dimenticando mai l’umiltà e il buon senso nel comunicare dentro e fuori della “RODA”. Essere un graduato o, ancor di più, un insegnante del “Gruppo” vuol dire vedere le cose con gli “OCCHI DI UN GRUPPO” e non solo con i propri oppure della propria Palestra.”
Osvaldo Da Silva (Mestre Pudim)
SPETTACOLI
Il Gruppo SOLUNA, oltre a promuovere l’insegnamento della capoeira, danza-lotta tipica della cultura afro-brasiliana, propone in Italia e all’estero spettacoli di musica, danza e folclore brasiliano. Nasce a Roma nel 1993 ed è stato fondato dal Maestro Osvaldo da Silva (Brasile). Ha presentato i suoi spettacoli in tutta Italia ed è apparso in diverse trasmissioni televisive sia della RAI che di MEDIASET.
Gli spettacoli proposti privilegiano soprattutto la capoeira, specialità a metà fra il ballo e l’arte marziale, con movimenti acrobatici di grande spettacolarità, ma utilizzano anche altri elementi tipici della tradizione folcloristica afro-brasiliana. Secondo le esigenze specifiche, è possibile concordare di volta in volta il tipo di spettacolo, la sua durata (da 20 a 90 minuti), il numero dei partecipanti (da 6 a 15 persone) e il cachet.
LE PROPOSTE DI SPETTACOLO DEL GRUPO SOLUNA:
- CAPOEIRA
Ritmo, velocità, acrobazie: il cuore africano del Brasile batte ancora forte in questa danza-lotta utilizzata dagli schiavi neri, di origini antiche e misteriose. Secondo la tradizione, questa forma rituale di lotta si presenta sotto le vesti mascherate di un ballo, per ingannare i padroni bianchi che ne proibivano la pratica. Oggi, dopo un lungo periodo di interdizione, la capoeira sta conoscendo un nuovo momento di gloria in Brasile e si sta diffondendo in tutto il mondo. - MACULELE
È un altro tipo di lotta-danza molto spettacolare, ma questa volta il ritmo è dato dalle sole percussioni, e si utilizzano i bastoni e i facões, sorta di spade simili ai machetes, che fendono l’aria e portano i colpi con movimenti vertiginosi. - SAMBA DE RODA
Tutti i partecipanti formano un cerchio (roda), suonando, cantando e battendo le mani. All’interno del cerchio ci si esibisce in una danza di origine bantu, da soli o a coppia. Quando un nuovo danzatore vuole entrare e sostituire un altro, gli dà un tipico colpo di pancia o umbigada. - SFIDA DI BERIMBAUS
Il berimbau è lo strumento musicale principale della capoeira, il simbolo stesso di questa arte. In apparenza è uno strumento molto primitivo: un arco di legno tenuto in tensione da una corda, percossa da una bacchetta. Eppure la varietà e la ricchezza dei suoni che uno o più berimbaus possono produrre non mancano mai di stupire. - MULATAS, MUSICA E PERCUSSIONI
Una sfilata-spettacolo trascinante e suggestiva, in una vera e propria esplosione di ritmi e di colori, accompagnata da splendide ballerine nei tipici costumi del folclore brasiliano. - MUSICA POPOLARE BRASILIANA
(o più semplicemente MPB) si intende l’insieme di tutti i generi popolari brasiliani, della musica leggera e di tutte le contaminazioni con altri stili che l’hanno caratterizzato fino a renderlo un genere musicale con dignità propria.
INFO
Osvaldo “Pudim” Da Silva
CELL (+39) 328 8452919
TEL/FAX (+39) 06 35506232
MAIL: soluna@fastwebnet.it
Alessandro “Ratinho” Dos Santos
CELL: (+39) 348 704197
CORSI PER BAMBINI
La capoeira è una disciplina completa particolarmente adatta ai bambini: favorisce lo sviluppo armonioso dal punto di vista fisico, psicologico, relazionale, culturale e sociale. Il bambino fa un lavoro corporeo completo, acquisisce coordinazione, sviluppa la motricità globale e gli aspetti visuo-spaziali e visuo-motori. Dal punto di vista psicologico questa disciplina favorisce lo sviluppo di attenzione e concentrazione, della memoria, degli aspetti immaginativi, della capacità di simbolizzazione, del senso di appartenenza al gruppo e valorizza le risorse e le differenze individuali. Dal punto di vista relazionale il clima di apprendimento è quello dell’accoglienza, della cooperazione, del sostegno reciproco, del rispetto dell’altro. In questo clima il bambino può imparare ad aprirsi gradualmente all’incontro con l’altro. Questi aspetti sono favoriti dall’allenamento fisico, dal gioco di capoeira e dalle sue regole, dalla presenza della musica che accompagna il gioco, dallo studio delle percussioni e dalla presenza significativa del gruppo, dall’apprendimento della lingua, delle tradizioni e dalla storia di una disciplina nata nella schiavitù e contro di essa in qualsiasi forma si manifesti ancora oggi.
Attualmente il gruppo Soluna offre corsi per bambini presso le seguenti sedi:
- Polisportiva “Virgilio”
Via Giulia 40
Martedì
18.00 – 19.00 (7 – 11 anni)
19.00 – 20.00 (12 anni in su)
Responsabile: Prof. Corvo - KGM Balduina
Via Cecilio Stazio, 34
Lunedì
16.45 – 17.45 (8 – 14 anni)
Responsabile: Graduada Delicada - Planet Sport
Via Appia Nuova, 665
Martedì e Giovedì
17.00 – 18.00 (5 – 10 anni)
Responsabile: Graduada Delicada - Associazione Tutorin
Via Volsinio, 21
Mercoledi
16.25 – 17.25 (5 – 10 anni)
Responsabile: Graduada Delicada - Drop ASD
Largo Lido Duranti, 1
Venerdì
17.00 – 18.30
Responsabile: Prof.a Arraia - Empire Sport Resort
Via degli Aldobrandeschi, 115
Mercoledì
17.00 – 18.00 (5 – 11 anni)
Responsabile: Prof.a Arraia - Palestra Agorà Roma
Via Francesco Valagussa, 45
Lunedì
15.45 – 17.00 (12 anni in su)
17.00 – 18.00 (6 – 11 anni)
Responsabile: Prof.a Arraia
GRUPPO DE CAPOEIRA
SOLUNA
Fondato a Roma nel 1995 da
Osvaldo Henrique Pereira da Silva
(Mestre Pudim)
GRUPPO DE CAPOEIRA
SOLUNA
Fondato a Roma nel 1995 da
Osvaldo Henrique Pereira da Silva
(Mestre Pudim)
STORIA DEL GRUPPO
Il gruppo Soluna è uno dei primi gruppi di capoeira in Italia ed oggi può vantare il primato nazionale sia in termini di numerosità che di insegnanti, formati direttamente da Mestre Pudim, che diffondono l’arte della Capoeira nella Capitale e non solo.
Oggi il gruppo è responsabile dell’organizzazione di due dei più grandi eventi di capoeira in Italia, che si tengono ogni anno il primo fine settimana di giugno e l’ultimo di novembre e vedono la partecipazione di numerosi maestri ospiti provenienti dall’Italia, dall’Europa e dal Brasile.
Grazie allo sforzo dei numerosi insegnanti, anche italiani, del gruppo, la scuola di capoeira Soluna oggi vanta una diffusione capillare sul territorio della città di Roma, oltreché sedi distaccate in Emilia-Romagna e persino in Olanda.
L’approccio all’insegnamento della capoeira, nel gruppo Soluna, riflette in primis la formazione accademica di Mestre Pudim, laureato in Educazione Fisica presso l’Università Federale di Santa Maria (RS). L’idea di base è che la pratica della capoeira debba poter essere svolta da tutti, a prescindere dall’età e dal sesso, nel rispetto delle specificità individuali e delle caratteristiche fisiche di ciascun allievo. A tal fine è molto importante un’adeguata preparazione fisica, atta a preparare efficacemente il corpo e a preservarlo da eventuali traumi, nell’ottica di poter garantire una pratica costante e duratura nel tempo.
Non va tuttavia dimenticato che la capoeira, oltre ad essere arte marziale ed attività fisica, deve essere anche divertimento, socializzazione ed integrazione, ed è per questo che nell’insegnamento viene dato ampio spazio alla pratica musicale, al canto, all’espressività e alla capacità di comunicare e stare in relazione con tutti.
Proprio alla luce di ciò, il gruppo Soluna ritiene molto importante lavorare con la capoeira anche sulla fascia dei bambini in età scolare e sui ragazzi della fascia preadolescenziale ed adolescenziale, consentendo, attraverso il gioco, attività principale di ogni bambino, di sviluppare in lui autostima, disciplina e capacità relazionali.
LA CAPOEIRA
CHE COS’É LA CAPOEIRA
Non è facile rispondere a questa come a molte altre domande fondamentali sulla storia della capoeira, sia per la complessità e la varietà di aspetti della capoeira stessa, sia per la mancanza di fonti storiche scritte e la scarsa attendibilità delle tradizioni orali. Si può tentare di definire la capoeira come una forma d’arte afro-brasiliana che comprende molte cose: movimenti fisici, musica, canto, danza, lotta, elementi rituali e perfino filosofici, religiosi e politici. Chi pratica la capoeira può chiamarsi capoeirista o anche, a sua volta, capoeira.
IL SIGNIFICATO DELLA PAROLA CAPOEIRA
Sull’etimologia della parola capoeira esistono teorie disparate, ma due sono quelle oggi considerate più attendibili. Secondo la prima, il termine capoeira indicherebbe un tipo di vegetazione bassa presente in Brasile nelle zone dove si riunivano gli schiavi neri fuggiti dalle piantagioni, per addestrarsi a lottare contro chi tentava di catturarli.
La seconda teoria vuole che la parola capoeira si riferisca alle ceste piene di pollame portate sulla testa dagli schiaviper essere vendute nei mercati: l’arte della capoeira sarebbe nata come passatempo degli schiavi in questi mercati.
ORIGINI DELLA CAPOEIRA: AFRICA O BRASILE
La capoeira nasce come forma espressiva utilizzata dagli schiavi neri in Brasile, ma poiché gli schiavi provenivano dall’Africa, è evidente che vi abbiano immesso molti elementi tipici della propria cultura di origine (o meglio delle proprie culture, perché gli schiavi provenivano da numerose nazioni africane, tra loro profondamente diverse).
Tuttavia in Africa non esiste oggi – né ci sono testimonianze che esistesse in passato – niente che possa essere direttamente riconducibile alla capoeira, la quale perciò è nata con molta probabilità in Brasile.
Né africana né brasiliana, dunque, ma un ibrido afro-brasiliano.
LOTTA O DANZA
Una tradizione orale molto diffusa afferma che la capoeira è nata come una forma di lotta degli schiavi negri, che si presenterebbe sotto le vesti mascherate di una danza per ingannare i padroni bianchi che ne proibivano la pratica.
In modo simile viene spiegato l’uso prevalente dei piedi rispetto a quello delle mani: queste ultime, infatti, sarebbero state incatenate. Oggi queste idee tradizionali sono state contestate da numerosi studiosi, ma non è stata ancora data una spiegazione soddisfacente sulla compresenza della lotta e della musica (e quindi della danza). Ancora oggi nella capoeira questi due elementi sono strettamente compenetrati.
IL DOMINIO PORTOGHESE E LA SCHIAVITÙ: SENZALAS E QUILOMBOS
Il 1500 è la data di inizio della dominazione coloniale portoghese in Brasile, che durerà fino al 1822. In principio l’economia brasiliana è basata quasi esclusivamente sulle piantagioni di canna da zucchero. Non avendo abbastanza manodopera, i portoghesi cominciano a importare in maniera sempre più massiccia schiavi neri dall’Africa: dal 1500 al 1888 quasi quattro milioni di africani attraversano a forza l’Atlantico per stabilirsi in Brasile, dove sono costretti a lavorare in condizioni disumane.
L’alloggiamento degli schiavi nelle piantagioni si chiama senzala: alcune volte è costituito da un grande edificio, altre volte da misere capanne. Quando gli schiavi riescono a fuggire dalle piantagioni, si installano in luoghi nascosti nelle foreste, formando comunità che si chiamano quilombos. Secondo alcuni, l’origine della capoeira sarebbe nella formazione di guerrieri per difendere queste comunità dagli assalti dei capitães de mato, i cacciatori di schiavi fuggiti (spesso sono negri liberati e stipendiati dai bianchi).
ZUMBÌ E IL QUILOMBO DI PALMARES
Il più famoso dei quilombos è, nel XVII secolo, quello di Palmares, capeggiato dapprima dal re Ganga Zumba, poi da suo nipote Zumbí. Bersaglio di non meno di 24 spedizioni punitive, riesce a resistere per più di sessant’anni nelle regioni interne dell’Alagoas, prima di essere sterminato dal capitão de mato Dias Velho in seguito a una vera e propria guerra conclusasi con un assalto al cannone nel 1695.
Oggi Zumbi è considerato il simbolo per eccellenza della cultura negra in Brasile, e quindi anche uno dei principali “eroi” della capoeira. Secondo una prima versione, si gettò dall’alto di una rupe piuttosto che consegnarsi ai nemici. Secondo un’altra versione venne ucciso a tradimento e poi gli venne mozzata la testa, che fu esposta nella pubblica piazza a Recife, per dissacrare la sua figura divenuta quasi immortale.
LA PRINCIPESSA ISABELLA E L’ABOLIZIONE DELLA SCHIAVITÙ
Nel 1822 il Brasile ottiene l’indipendenza dal Portogallo e diventa un impero, ma la schiavitù resta ancora in vigore fino a quando, nel 1871, la Principessa Isabella, figlia dell’imperatore Pietro II e allora reggente in suo nome, è indotta dal parlamento a decretare l’emancipazione dei nascituri figli degli schiavi. Successivamente, fra il 1885 e il 1888, la schiavitù viene definitivamente abolita. L’anno successivo (1889) un colpo di stato militare segna la fine dell’Impero e instaura la repubblica. Per questo motivo i neri brasiliani – e quindi anche i capoeiristi – erano allora in grande maggioranza molto devoti alla principessa Isabella, che li aveva “liberati”, e antirepubblicani. Infatti negli ultimi anni dell’Impero viene creata dai monarchici la Guarda Negra, composta da ex schiavi neri e mulatti, allo scopo di combattere i repubblicani.
IL PERIODO DELLA MARGINALIDADE
Sin dall’inizio la capoeira, come attestano le più antiche fonti sia orali sia scritte, viene considerata dalla classe dirigente un’attività sospetta e ai limiti della legalità.
I primi rapporti della polizia che si riferiscono alla capoeira, non a caso chiamata anche vadiação (cioè vagabondaggio, indolenza) o malandragem (cioè astuzia tipica dei furfanti di strada), la considerano sempre associata ad attività criminali o comunque elemento di disturbo per l’ordine stabilito. E’ soprattutto però dopo la proclamazione della repubblica che i capoeiristi conoscono la più severa repressione: l’articolo 402 del codice penale repubblicano, istituito nel 1890, proibisce “la pratica nelle strade o nelle pubbliche piazze dell’esercizio di agilità e destrezza fisica conosciuto col nome di capoeiragem“, con pene dai due ai sei mesi di prigione. Del resto in quel periodo gli ex schiavi hanno ben poche possibilità di trovare una soddisfacente collocazione nella società e sono perciò costretti a vivere nell’emarginazione: in questo contesto non è strano che anche la capoeira possa venire utilizzata per attività criminali.
IL PIÙ FAMOSO DEI MALANDROS: BESOURO PRETO
Durante questo periodo di repressione della capoeira di strada, tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900, si ricordano figure quasi leggendarie di grandi capoeiristi, come Pedro Porreta, Chico Três Pedaços e soprattutto Manoel Henrique, conosciuto con i soprannomi di Besouro Preto (‘Scarabeo Nero’), Besouro Mangangá (‘Scarabeo Gigante’) o Besouro Cordão de Ouro(‘Scarabeo Corda d’Oro’). Proveniente da Santo Amaro, è un capoeirista talmente eccellente che si pensava fosse un lottatore invincibile, dotato di corpo fechado, cioè di un corpo invulnerabile perfino ai proiettili, ma verrà ucciso a tradimento all’età di 27 anni da un assassino prezzolato a Maracangalha, per mezzo di uno speciale coltello fatto di ticum (o tucum), un materiale molto resistente ricavato da un tipo di palma, capace di penetrare nel suo corpo fechado. Il nome di Besouro Preto è ancora oggi uno dei più ricorrenti nelle canzoni di capoeira.
MESTRE BIMBA E LA CAPOEIRA REGIONAL
La svolta forse più decisiva nella storia della capoeira avviene negli anni del regime di Getulio Vargas (1930-45) per iniziativa del leggendario Mestre Bimba, soprannome di Manuel dos Reis Machado (1899-1974), che compie il primo passo per trasformare quell’attività considerata fuori legge in una forma d’arte liberamente praticata e legalmente riconosciuta.
Profondamente radicato nella cultura dei suoi antenati oltre che un importante esponente della religione afro-brasiliana delcandomblé, non è solo un capoeirista di straordinario valore, ma è il primo ad introdurre un metodo d’insegnamento sistematico della capoeira (ancora oggi sono celebri la sua seqüência e i movimenti di cintura desprezada).
Per dimostrare la validità del suo metodo sfida in pubblici combattimenti altri capoeiristi ed esponenti di altre arti marziali e li vince tutti, ottenendo così una straordinaria popolarità. Nel 1932 fonda a Salvador di Bahia la prima academia (scuola) di capoeira, il “Centro de Cultura Física Regional” (così chiamato per evitare riferimenti diretti alla capoeira, la cui pratica restava ancora proibita per legge), che nel 1937 sarà ufficialmente riconosciuta dalle autorità del Brasile, aprendo così la strada verso una maggiore tolleranza nei confronti delle espressioni culturali afro-brasiliane.
Il tipo di capoeira che Mestre Bimba insegna per quasi 60 anni, e che dal nome della sua scuola è nota come capoeira Regional, si caratterizza soprattutto per il grande rilievo dato alla prestanza atletica e all’aspetto di arte marziale. Mestre Bimba inoltre è il primo a definire l’insieme strumentale per la musica (in origine un solo berimbau e due pandeiros) e a stabilire i principali toques o ritmi musicali (soprattutto il São Bento grande, il benguela e lo iuna) utilizzati per i diversi tipi di jogos.
MESTRE PASTINHA E LA CAPOEIRA ANGOLA
Spinti dall’esempio di Mestre Bimba, numerosi altri capoeiristi – da ricordare almeno Waldemar, Caiçara, Canjiquinha, Cobrinha Verde, Leopoldinha – cercano di organizzare la pratica e l’insegnamento della capoeira. In particolare Vicente Joaquim Ferreira Pastinha (1889-1980), poi noto semplicemente come Mestre Pastinha, figlio di uno spagnolo e di una nera brasiliana, si assume il compito di ottenere il riconoscimento ufficiale della capoeira, sottolineandone il valore non solo di attività fisica, ma soprattutto culturale e storico.
Grazie alla sua caparbietà e alla sua incessante attività di mobilitazione di influenze politiche, nel 1952 riuscirà ad ottenere il riconoscimento ufficiale del “Centro di Capoeira Angola”, da lui fondato a Salvador di Bahia fin dal 1941.
La capoeira Angola insegnata da Mestre Pastinha si differenzia dalla capoeira Regional di Mestre Bimba anzitutto per il maggiore riferimento ai “valori tradizionali” legati alle origini africane: l’aspetto del combattimento viene messo in secondo piano rispetto alla ritualità, alla teatralità, al complesso gioco delle strategie e delle tattiche, e al semplice divertimento.
NUOVI SVILUPPI DELLA CAPOEIRA
Le due diverse metodologie di Mestre Bimba (capoeira Regional) e di Mestre Pastinha (capoeira Angola) portano alla creazione, soprattutto a partire dagli anni ’60, di nuove scuole di capoeira, alcune delle quali hanno cercato di mantenere le caratteristiche originali dell’insegnamento dei due grandi mestres, mentre altre hanno sviluppato proprie caratteristiche e stili.
In generale si può dire che le scuole di capoeira Regional (forse quelle che hanno avuto maggiore successo e seguito) continuano a privilegiare gli aspetti atletici e marziali della capoeira, apportando però numerose modifiche all’insegnamento originario di Bimba e inserendovi elementi provenienti da altre arti marziali e dalla stessa capoeira Angola (soprattutto per iniziativa del gruppo Senzala di Rio di Janeiro, che ha fra i suoi maggiori esponenti i mestres Camisa e Preguiça), fino ad affermare, in alcuni casi (a partire dai mestres Camisa Rôxa e Suassuna), che Regional e Angola sono solo due aspetti diversi del medesimo oggetto, appunto la capoeira, e che un buon capoeirista dovrebbe essere in grado di praticare entrambi gli stili di gioco.
Invece le scuole di capoeira Angola (fra i mestres più famosi si ricordano João Grande, João Pequeno e Moraes) tendono in generale a sottolineare e ad evidenziare la loro “diversità” dalla capoeira Regional, a considerarsi gli unici veri eredi della capoeira tradizionale ed anche, in molti casi, a metterne in primo piano il significato politico secondo una prospettiva afro-centrica.
LA CAPOEIRA OGGI
Negli ultimi decenni la capoeira in Brasile ha conosciuto un vero e proprio boom: le academías si sono moltiplicate, i praticanti sono sempre più numerosi, la capoeira viene insegnata anche nelle scuole e, soprattutto, comincia gradualmente a venire meno la tradizionale diffidenza nei confronti della capoeira da parte delle autorità ufficiali del Brasile, che ormai tendono a riconoscerla e ad accettarla come parte integrante della cultura brasiliana. La capoeira si diffonde anche fuori dal Brasile, all’inizio soprattutto negli Stati Uniti e nell’Europa del Nord (Germania, Paesi Bassi ecc.), poi anche in altri paesi occidentali, tra cui l’Italia. Sono stati fatti numerosi tentativi, in Brasile e anche a livello internazionale, per cercare di dare un’organizzazione unitaria all’attuale realtà della capoeira, ormai sempre più ampia, frastagliata e complessa, ad esempio creando una confederazione o un sistema di graduazioni che fossero riconosciute da tutti i capoeiristi.
Per ora questi sforzi sono risultati vani, sia per l’impossibilità di trovare un accordo tra le diverse opinioni e punti di vista, sia perché, a giudizio di molti, è l’essenza stessa della capoeira – fatta di creatività, di fantasia, d’improvvisazione – a renderla insofferente alle norme, alle prescrizioni, alle regole codificate.
Ancora oggi perciò ogni gruppo di capoeira agisce ed opera secondo norme e criteri propri, spesso non riconosciuti da altri gruppi, ed ogni incontro tra gruppi diversi, anche se può generare qualche incomprensione, si trasforma in un’occasione di arricchimento reciproco e in un tentativo di definire gli elementi per un linguaggio comune.
GRADUAZIONI
“Essere un graduato nel GRUPO SOLUNA non vuol dire solo essere bravo a “jogar” Capoeira, vuol dire una cosa molto più importante: condividere, rispettare e principalmente credere in una grande strada INTRAPRESA e che non finisce mai. Essere un graduato vuol dire porsi ancor di più in discussione, non dimenticando mai l’umiltà e il buon senso nel comunicare dentro e fuori della “RODA”. Essere un graduato o, ancor di più, un insegnante del “Gruppo” vuol dire vedere le cose con gli “OCCHI DI UN GRUPPO” e non solo con i propri oppure della propria Palestra.”
Osvaldo Da Silva (Mestre Pudim)
SPETTACOLI
Il Gruppo SOLUNA, oltre a promuovere l’insegnamento della capoeira, danza-lotta tipica della cultura afro-brasiliana, propone in Italia e all’estero spettacoli di musica, danza e folclore brasiliano. Nasce a Roma nel 1993 ed è stato fondato dal Maestro Osvaldo da Silva (Brasile). Ha presentato i suoi spettacoli in tutta Italia ed è apparso in diverse trasmissioni televisive sia della RAI che di MEDIASET.
Gli spettacoli proposti privilegiano soprattutto la capoeira, specialità a metà fra il ballo e l’arte marziale, con movimenti acrobatici di grande spettacolarità, ma utilizzano anche altri elementi tipici della tradizione folcloristica afro-brasiliana. Secondo le esigenze specifiche, è possibile concordare di volta in volta il tipo di spettacolo, la sua durata (da 20 a 90 minuti), il numero dei partecipanti (da 6 a 15 persone) e il cachet.
LE PROPOSTE DI SPETTACOLO DEL GRUPO SOLUNA:
- CAPOEIRA
Ritmo, velocità, acrobazie: il cuore africano del Brasile batte ancora forte in questa danza-lotta utilizzata dagli schiavi neri, di origini antiche e misteriose. Secondo la tradizione, questa forma rituale di lotta si presenta sotto le vesti mascherate di un ballo, per ingannare i padroni bianchi che ne proibivano la pratica. Oggi, dopo un lungo periodo di interdizione, la capoeira sta conoscendo un nuovo momento di gloria in Brasile e si sta diffondendo in tutto il mondo. - MACULELE
È un altro tipo di lotta-danza molto spettacolare, ma questa volta il ritmo è dato dalle sole percussioni, e si utilizzano i bastoni e i facões, sorta di spade simili ai machetes, che fendono l’aria e portano i colpi con movimenti vertiginosi. - SAMBA DE RODA
Tutti i partecipanti formano un cerchio (roda), suonando, cantando e battendo le mani. All’interno del cerchio ci si esibisce in una danza di origine bantu, da soli o a coppia. Quando un nuovo danzatore vuole entrare e sostituire un altro, gli dà un tipico colpo di pancia o umbigada. - SFIDA DI BERIMBAUS
Il berimbau è lo strumento musicale principale della capoeira, il simbolo stesso di questa arte. In apparenza è uno strumento molto primitivo: un arco di legno tenuto in tensione da una corda, percossa da una bacchetta. Eppure la varietà e la ricchezza dei suoni che uno o più berimbaus possono produrre non mancano mai di stupire. - MULATAS, MUSICA E PERCUSSIONI
Una sfilata-spettacolo trascinante e suggestiva, in una vera e propria esplosione di ritmi e di colori, accompagnata da splendide ballerine nei tipici costumi del folclore brasiliano. - MUSICA POPOLARE BRASILIANA
(o più semplicemente MPB) si intende l’insieme di tutti i generi popolari brasiliani, della musica leggera e di tutte le contaminazioni con altri stili che l’hanno caratterizzato fino a renderlo un genere musicale con dignità propria.
INFO
Osvaldo “Pudim” Da Silva
CELL (+39) 328 8452919
TEL/FAX (+39) 06 35506232
MAIL: soluna@fastwebnet.it
Alessandro “Ratinho” Dos Santos
CELL: (+39) 348 704197
CORSI PER BAMBINI
La capoeira è una disciplina completa particolarmente adatta ai bambini: favorisce lo sviluppo armonioso dal punto di vista fisico, psicologico, relazionale, culturale e sociale. Il bambino fa un lavoro corporeo completo, acquisisce coordinazione, sviluppa la motricità globale e gli aspetti visuo-spaziali e visuo-motori. Dal punto di vista psicologico questa disciplina favorisce lo sviluppo di attenzione e concentrazione, della memoria, degli aspetti immaginativi, della capacità di simbolizzazione, del senso di appartenenza al gruppo e valorizza le risorse e le differenze individuali. Dal punto di vista relazionale il clima di apprendimento è quello dell’accoglienza, della cooperazione, del sostegno reciproco, del rispetto dell’altro. In questo clima il bambino può imparare ad aprirsi gradualmente all’incontro con l’altro. Questi aspetti sono favoriti dall’allenamento fisico, dal gioco di capoeira e dalle sue regole, dalla presenza della musica che accompagna il gioco, dallo studio delle percussioni e dalla presenza significativa del gruppo, dall’apprendimento della lingua, delle tradizioni e dalla storia di una disciplina nata nella schiavitù e contro di essa in qualsiasi forma si manifesti ancora oggi.
Attualmente il gruppo Soluna offre corsi per bambini presso le seguenti sedi:
- Polisportiva “Virgilio”
Via Giulia 40
Martedì e Giovedì
17:00 – 18:00 (bambini dai 3 ai 7 anni)
18:00 – 19:15 (ragazzi da 8 anni in su)
19:15 – 20:45 (ragazzi da 16 anni in su)
Responsabile: Prof. Maguila, Prof. Corvo - Istituto Montessori
Via S. Maria Goretti, 41
Mercoledì 16:30-17:30 e 17:30-18:30 (bambini 6 -10 anni)
Responsabile: Instr. Wolverine - Sport Conditioning Studio
Via Valdinievole, 9a
Martedì e Giovedì 17:00-18:00 (bambini 6 -10 anni)
Responsabile: Instr. Wolverine - Istituto Comprensivo “Regina Margherita”
Via Madonna dell’Orto 2, Roma
Mercoledi: 16:30.17:30 (bambini 6 – 10 anni)
Responsabile: Mestre Ratinho - Empire Sport Resort
Via degli Aldobrandeschi, 115, 00163 Roma
Mercoledì (17.00/18.15)
Responsabile: Prof.a Magika - Il Club di Monteverde
Via Antonio Paolucci, 8 – 00151 Roma
Lunedì (17:00/18:15)
Responsabile: Prof.a Magika
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